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Steve Jobs ha oscurato persino Obama. Ora la sua morte rischia di diventare un nuovo evento della comunicazione di massa del XXI secolo.

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Steve Jobs nel 1984. "Ha primeggiato per anni e, ora, anche la sua morte rischia di diventare un ulteriore fenomeno della comunicazione globale".

“Il  mondo raramente incontra qualcuno come Steve”, ha detto Bill Gates, fondatore di Microsoft. La morte di Steve Jobs, per quanto fosse stata annunciata (qualche mese fa aveva lasciato la guida di Apple), ha suscitato  commozione in tutto il mondo. Aveva solo 56 anni e un devastante tumore lo ha ucciso. Steve Jobs è l’inventore della Apple. I Mac Book e gli iPhone, gli iPad e iTunes store: sono le sue quattro invenzioni che hanno cambiato il mondo della tecnologia e della comunicazione. Gli effetti, secondo Bill Gates, “ricadranno su molte generazioni a venire”. “Per quelli di noi fortunati abbastanza da aver avuto la fortuna di lavorare con lui – ha detto Gates – è stato un onore pazzesco. Steve mi mancherà immensamente”. Il magazine più importante nel mondo della tecnologia, “Wired”, ha voluto pubblicare ieri mattina, sulla homepage del sito, i commenti di molte persone ai vertici dell’industria della comunicazione e della politica americana. Con una scelta, che non mancherà di essere notata, ha pubblicato anche un paio di frasi del presidente Obama. Ma, nell’ordine gerarchico, Obama non è ai primi posti. E’ in fondo alla homepage, solo qualche riga più in su di un paio di lettori comuni di Wired. Si può misurare anche così l’impatto profondo che Steve Jobs ha avuto innanzi tutto nella vita americana. Genio del marketing, è riuscito a fare in modo che la sua azienda dettasse legge nelle strategie industriali dei più grandi gruppi di telecomunicazione del mondo. Ha praticamente messo in un angolo il colosso dei Blackberry e ha costretto i giornali e gli esperti di comunicazione di tutto il mondo a parlare molto spesso di lui e dei suoi prodotti. Era stato anche alla Casa Bianca un paio di anni fa come consulente di Obama. Dicevano gli osservatori finanziari: “E’ impressionante la visibilità che la sua azienda ha sui giornali nel mondo intero. Si tratta di una capacità di comunicazione che supera abbondantemente la sua reale presenza sul mercato. Aziende di tecnologia molto più vendute nel mondo, basterebbe citare la Nokia, non sono mai riusciti neanche lontanamente ad eguagliare la sua presenza sui media mondiali”. Ha primeggiato per anni e, ora, anche la sua morte rischia di diventare un ulteriore fenomeno della comunicazione globale. Basterebbe guardare cosa viene pubblicato sul web in tutto il mondo. Ieri mattina molti ragazzi si mandavano messaggi di tristezza per la morte del padre di tutti i nerd. “Steve, la tua passione per l’eccellenza è sentita da tutti coloro che hanno toccato almeno una volta un prodotto della Apple. Te ne ho reso il merito tutte le volte che ti ho incontrato. A nome di tutti noi della Google, ci mancherai moltissimo”, ha detto Sergey Brin, uno dei fondatori di Google. “Io sono molto, molto triste a sentire la notizia della morte di Steve. Era un grande uomo con un incredibile successo e una luce straordinaria. Sembrava sempre che fosse capace di dire in poche parole ciò che tu stesso avresti dovuto pensare prima ancora di pensarlo. La sua attenzione per l’user experience soprattutto è sempre stata fonte di ispirazione per me”, ha detto l’altro Google man, Larry Page. “Steve grazie per essere stato un mentore e un amico. Grazie per aver dimostrato che ciò che fai può cambiare il mondo”, ha detto il più giovane miliardario del mondo, Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook. “Non ci sono parole per esprimere adeguatamente la nostra tristezza per la morte di Steve o per esprimere la nostra gratitudine per avere avuto l’opportunità di lavorare con lui”, ha detto Tim Cook, la persona che ha preso il posto di Jobs alla guida della Apple. “Stanotte la nostra città, una città che ha sempre avuto rispetto e ammirazione per il genio creativo, si unisce alle persone che in tutto il mondo ricordano un grande uomo e terrà nei propri pensieri e nelle proprie preghiere Laurene e tutta la famiglia di Jobs”, ha detto Michael Bloomberg, Sindaco di New York. “Era un visionario straordinario, un nostro caro amico e una luce guida della famiglia della Pixar. Egli vide il potenziale di quello che la Pixar avrebbe potuto fare prima di noi. Farà sempre parte del DNA della Pixar”, ha detto John Lasseter, Presidente di Walt Disney and Pixar Animation Studios. “Così tanta creatività e così tanti contatti sono stati (e contineranno ad essere) facilitati dal suo genio. Sono stato toccato e ispirato dalla sua vita”, ha detto Kai Harris Panym, un lettore di Wired. Ieri mattina, sulla homepage di Wired, c’era anche il commento di Obama. “Il mondo ha perso un visionario. Non ci può essere tributo maggiore al successo di Steve del fatto che la maggior parte del mondo ha appreso della sua morte sui telefoni, sui computer e sui tablet che lui ha inventato. Michelle ed io mandiamo i nostri pensieri e le nostre preghiere alla moglie di Steve, Laurene, alla sua famiglia e a tutti quelli che gli hanno voluto bene”. Anche noi.

Andrea Piersanti

Pubblicato su La Padania il 7 ottobre 2011


Archiviato in:La materia dei segni Tagged: apple, Bill Gates, Blackberry, disney, Google, John Lasseter, Larry Page, Mark Zuckerberg, Michael Bloomberg, obama, Pixar, steve jobs, Tim Cook, wired

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